Cap1 Introduzione

Distinzioni tra radiazioni ionizzanti e non ionizzanti.
Nello studio degli effetti dei campi elettromagnetici sui tessuti biologici di particolare interesse sono le cosiddette radiazioni non ionizzanti (NIR). Per ionizzazione si intende il fenomeno di estrazione di un elettrone dalla orbita più esterna dell’atomo. Affinché in un materiale investito da una radiazione ci sia ionizzazione, occorre che l’energia associata al singolo quanto della radiazione ionizzante (E=nh) sia sufficientemente elevata (Potenziale di ionizzazione » 10 eV). Con riferimento alla Tabella 1 osserviamo che :
 
TABELLA 1
Tipo di radiazione
Frequenza (Hz)
Lunghezza d'onda(m)
Energia di un quanto di radiazione(eV)
UHF
7(108)
0.43
2.88(10-6)
Microonde radar
1010
3(10-2)
4.12(10-5)
Onde millimetriche
3(1011)
1(10-3)
1.24(10-3)
Luce Visibile
6(1014)
5(10-7)
2.47
UV ionizzante
1016
3(10-8)
41.2
Raggi- X
1018
3(10-10)
4120
Raggi-X penetranti
1020
3(10-12)
4.12(106)
l’energia associata al quanto delle onde UHF TV (trasmissioni televisive, trasmissioni in banda UHF cioè radio private) è bassa, decisamente inferiore ai 10 eV necessari per la ionizzazione. Per le onde radar e le onde millimetriche vale un discorso analogo. Nel settore delle onde millimetriche si sta sviluppando lo studio dei nuovi tipi di sistemi quali ad esempio i radar  per automobili,  a 60¸90 GHz oppure reti locali a larga banda per trasferimento di informazioni in ambienti confinati (40¸60 GHz). In questo range di frequenze è presente una forte attenuazione dovuta all’ossigeno ed al vapore acqueo che rende impossibile l’utilizzo di tali sorgenti per trasmissioni a grandi distanze ma le rende molto utili a brevi distanze per motivi di riservatezza nella trasmissione e riutilizzo delle bande. Se si considerano frequenze più elevate si entra nello spettro visibile, è possibile notare che l’energia associata a queste onde è confrontabile con quella di ionizzazione; aumentando ulteriormente le frequenze l’energia associata al quanto cresce di conseguenza.  Si limiterà lo studio alle onde millimetriche fino ai 300 Ghz .Non saranno approfonditi ad esempio i problemi associati al laser, alle onde ultraviolette o all’infrarosso.
Finora si è parlato di campi associati a fenomeni radiativi; non sempre, però, si è in presenza di radiazioni. Un’antenna, ad esempio, è generalmente in una situazione di campo lontano ed irradia perciò una certa potenza; tutto ciò non vale ad esempio per un elettrodotto. Campi non radiativi sono i campi statici, i campi quasi statici (ELF: extremely low frequency) ecc.; per essi è possibile separare il campo elettrico E da quello magnetico H e non si può quindi parlare di radiazione. Un altro esempio può essere l’uso dei telefoni cellulari: il soggetto è in campo vicino ed il campo è ceduto per accoppiamento tra sorgente e soggetto. Per avere interazione tra un campo elettromagnetico (e.m.) e un tessuto biologico non è necessario avere ionizzazione perché possono esserci fenomeni di accoppiamento capacitivo e induttivo, moti vibrazionali e rotazionali o cambiamenti di stato. Per spiegare alcuni fenomeni che avvengono in natura non è possibile  risalire sempre a considerazioni riguardanti il trasferimento di energia dal segnale e.m. all’oggetto fisico.
Il tipico esempio che si può fare è quello del fulmine:  Quanto appena detto mostra come, in natura, possano esserci processi di tipo cumulativo in cui l’effetto, per quanto piccolo, ripetuto più volte, può dar luogo ad un fenomeno macroscopico. Un esempio più vicino al settore  di interesse può essere il processo chimico di solvatazione (idratazione):   Le molecole di alcuni composti biologici sono a loro volta polari, (per la presenza di gruppi funzionali quali -C=O, -NH, -NO2)  quindi ,possono essere dotate di un momento dipolare e agire da solventi o essere idratate.

Indice del Capitolo 1


Interazione bioelettromagnetica: definizione e valutazione.
Lo schema che si deve considerare  per valutare l’interazione bioelettromagnetica è il seguente:

 

                                                  FIGURA 1

 

 
 

Un parametro da considerare quando si studia l’interazione tra campi e.m. e sistemi biologici è la temperatura, infatti tutti i fenomeni biochimici sono estremamente sensibili alle variazioni di temperatura. Ad esempio l’uomo, come sistema biologico complessivo ha, dal punto di vista termico, un intervallo di variabilità molto limitato(35 ¸ 42)

Indice del Capitolo 1



Homepage tesina 1

  Indice generale tesina 1