Cap. 7 Segnale e.m. e melatonina
Sebbene tutti i modelli sinora esaminati si collochino ben al di sotto delle soglie fissate dalle normative, per ciò che riguarda i valori di campo elettromagnetico consentiti (ci si riferisca alla figura 46), si è ugualmente cercato di capire se, in qualche modo, il campo potesse influenzare la promozione di forme cancerogene all’interno dell’organismo.
Figura 46
Si ricorda a tal proposito che un tumore è uno sviluppo incontrollato di tessuti; normalmente in seguito ad eventi che richiedono la ricostruzione di tessuti, ha inizio un meccanismo di duplicazione cellulare. Se tale meccanismo andasse avanti in maniera incontrollata ed il sistema immunologico non fosse in grado di reagire bloccandolo, esso evolverebbe in una forma tumorale.
Di particolare interesse si sono dimostrati a tal proposito degli studi sulla melatonina, un ormone prodotto dalla ghiandola pineale, situata nel cervello, che regola il ciclo giorno-notte del corpo umano. Durante la notte, ed in particolare dopo 3-4 ore di riposo, si è osservato un picco nella produzione di melatonina nel sangue in quanto essa aiuta l’organismo a rilassarsi; successivamente, invece, si rileva una progressiva diminuzione nella presenza di questa sostanza nel sangue e ciò è dovuto al fatto che, avvicinandosi il giorno, l’organismo si sta di nuovo preparando al sostenimento dell’attività diurna.
Inoltre il fatto che la produzione di melatonina nell’uomo vada progressivamente diminuendo dalla fase adolescenziale in poi, spiega la sostanziale differenza, in termini di ore di sonno, tra una persona giovane ed una anziana.
Studi di carattere soprattutto biologico hanno dimostrato come fenomeni di stress a livello nervoso possono portare ad una diminuzione di produzione di melatonina. Tale diminuzione, se prolungata nel tempo, può provocare fenomeni di insonnia e riduzioni del funzionamento del sistema immunitario che, a loro volta, possono accelerare lo sviluppo di un possibile tumore.
Risulta chiaro come il campo elettromagnetico non debba essere considerato il diretto responsabile di una situazione tumorale, in quanto deve comunque essere presente una situazione creatasi in precedenza, come lo stress, nella quale il campo elettromagnetico potrebbe agire.
In figura 47 e 48 sono riportati gli effetti, sulla produzione di melatonina, dovuti all’esposizione per lungo periodo ad un campo elettrico elevato (E=39 KV/m), in un animale esposto e in uno sham. Si nota un fenomeno di riduzione della produzione di melatonina nell’esposto, sempre più evidente con il passare delle settimane. Tuttavia si riscontra che il fenomeno è reversibile, ossia la situazione iniziale si ripristina interrompendo l’esposizione.
Figura 47
Figura 48
Sulla scia di questi risultati si sono eseguiti esperimenti sugli uomini i cui risultati sono riportati in figura 49. In particolare si sono esposti una serie di volontari, tramite l’utilizzo di coperte elettriche, ad un determinato campo controllato e per un certo periodo di tempo.
Figura 49
Si nota inaspettatamente un aumento di melatonina rispetto ad una situazione di non esposizione nelle prime cinque settimane, mentre una significativa diminuzione si ha tra la sesta e la decima settimana. Ma ancora più significativo risulta essere l’aumento di produzione associato alla eliminazione del campo, chiaramente dovuto ad una reazione dell’organismo al disturbo rilevato.
La variabilità presente nel grafico dipende dalle leggere differenze di risposta rilevate nei vari soggetti, cioè l’esperimento è in parte influenzato da elementi soggettivi.
Un andamento più dettagliato nel tempo è evidenziato in figura 50.
Figura 50
In tutto questo discorso l’unica cosa certa è che la riduzione di produzione della melatonina a causa di un’esposizione a campi elettromagnetici è presente sia negli animali che negli uomini, ma non è certo se questo meccanismo sia un copromotore di tumori.
In conclusione si vuole ribadire che se è vero il fatto che si rilevano, con una riduzione dei parametri biochimici, come appunto la melatonina, delle alterazioni nella comunicazione cellulare, è altrettanto vero che il collegamento con eventuali cambiamenti di parametri fisiologici ed un possibile innesco di fenomeni, come la generazione di un tumore, è per ora soltanto un’ipotesi.
A conferma dell’incertezza che regna sull’argomento trattato si pone infine l’accento su uno dei molteplici problemi che assillano, e chissà per quanto tempo ancora, i ricercatori: tutti gli esperimenti fino ad oggi effettuati sono stati eseguiti tendenzialmente a 50 Hz in quanto collegati a studi epidemiologici e quindi non ci si può ancora esprimere sul tipo di segnale in grado di alterare il comportamento della melatonina!