1.L' acqua

1.2 - Le soluzioni acquose

Se vi sono incertezze riguardo le caratteristiche molecolari dell'acqua liquida, la situazione per lo stato acquoso nei sistemi biologici pone problemi ancora maggiori. L'acqua negli organismi viventi differisce infatti dalla normale acqua per gli effetti associati alla presenza di sali ionici ed altre sostanze chimiche ivi disciolte (vedi tabella 2), e per l'influenza delle superfici macromolecolari.
 
  Na+ K+ Ca+ Mg+ Cl-
Invertebrati marini 370 - 550 7 - 24 8 - 21 6 - 56 430 - 590
Invertebrati terrestri 3 - 262 1 - 46 2 - 47 6 - 188 15 - 270
Rettili ed uccelli (plasma) 130 - 180 3 - 6 2 - 6 1 - 2 103 - 148
Mammiferi (plasma) 145 - 166 3 - 6 2 - 10 1 - 2 100 - 116
Tab.2 ( mM / litro )
 
La distanza media che separa gli ioni in soluzione può essere calcolata in funzione della concentrazione di soluto con l'equazione data da Stokes e Robinson, basata su un modello geometrico che considera un reticolo di ioni mediamente cubico nel tempo, e dove la distanza media è data dall'equazione:

r = 0.95c-1/3                           ( 1.2 )
 
dove con c si rappresenta la concentrazione del sale in moli per litro. In figura 10 è mostrato l'andamento della media distanza inter-ionica in funzione della concentrazione molare di sale presente, in soluzioni acquose di NaCl, e si vede chiaramente l'andamento espresso dalla formula appena vista.
 
Fig.10 - Variazione della distanza interionica media
 
Considerando la concentrazione di NaCl nei fluidi degli invertebrati marini, mediamente pari a 0,5 moli/litro, si trova che gli ioni Na+ e Cl- distano tra loro di circa 1,20 nm. Considerando anche il diametro di questi ioni si vede che rimane spazio sufficiente per sole tre molecole d'acqua, tra gli ioni. Le dimensioni medie di un grappolo di molecole d'acqua, nel liquido puro, vanno da 6 a 105 molecole. L'analisi ai raggi X ha mostrato come la presenza di sali ionici modifichi la struttura del solvente acqua in una soluzione. I modi più ovvi in cui gli ioni possono influenzare l'orientamento delle molecole d'acqua sono quelli relativi alla distruzione fisica implicata dalla sostituzione di una struttura chimica estranea nel reticolo dell'acqua pura e quelli riguardanti l'interazione elettrostatica tra la carica dello ione ed il momento di dipolo elettrico delle molecole d'acqua circostanti. Gurney ha calcolato la mutua energia potenziale elettrostatica tra un catione K+ ed il dipolo d'acqua, nel vuoto, separati dalla somma dei loro raggi di Van der Waals, trovando un valore di -16,1 kcal/mole. Già da questo valore ci si può rendere conto che nelle vicinanze di uno ione si potrà osservare un drastico re-orientamento della struttura dell'acqua. Di conseguenza, deve esistere una zona di disadattamento strutturale delle molecole d'acqua tra una sfera d'idratazione più interna e l'acqua più lontana imperturbata. Quest'idea ha condotto ad un modello per le soluzioni acquose in cui sono individuate tre zone concentriche intorno allo ione: una zona più interna di molecole d'acqua polarizzate, relativamente immobili e legate elettricamente, una zona più esterna dove il liquido ha la sua normale struttura, una intermedia di struttura disadattata, dove alla tendenza ad assumere una struttura tetraedrica si oppone la tendenza ad orientarsi radialmente dovuta alla presenza del campo dello ione. Gli ioni potranno perciò essere classificati in base alla loro capacità di favorire la struttura rinforzando le due zone marginali, oppure quella di distruggere la struttura esaltando la zona intermedia. Per ioni a bassa densità di carica, quali K+ o Cl-, ci sono circa 12 molecole d'acqua nella co-sfera interna e 37 nella zona intermedia di struttura disadattata. In accordo con il modello di Frank ed Evans, il cambiamento d'entropia per una mole di acqua della co-sfera interna è di circa -12 cal/grado, intorno agli ioni K+ e Cl-, mentre nella co-sfera intermedia è rispettivamente di 12 e 10 calorie per grado. Da considerazioni sui vari coefficiente ionici di viscosità, Von Hippel e Schleich hanno concluso che gli ioni ad alta densità di carica incrementano l'ordine della struttura, presumibilmente mediante un re-orientamento elettrostatico e l'immobilizzazione delle molecole d'acqua confinanti. Appartengono a questa categoria gli ioni Ba2+, Li+ , Ca2+, ed altri.D'altra parte gli ioni monovalenti con un raggio largo, cioè di grandi dimensioni atomiche, e quindi di bassa densità6 di carica, sembrano comportarsi come perturbatori della struttura, già solo per le tensioni steriche7 implicate dalla sistemazione di questi ioni nel reticolo d'acqua. Tra tali ioni si trovo il bromo, il cloro, l'indio, il potassio ed altri. Occorre tuttavia procedere con cautela. Lo ione del fluoro, ad esempio, ha un raggio ionico simile a quello del potassio, quindi è a bassa densità di carica, ma si comporta in maniera abbastanza differente. Anche non considerando, comunque, la presenza di ioni od altre sostanze chimiche disciolte, la struttura dell'acqua pura sarà influenzata dalla presenza d'interfacce. Ad esempio, in un volume sferico compatto, omogeneo, contenente 103 molecole d'acqua, almeno la metà si trova in superficie. Se si vuole poter considerare trascurabile tale interazione è necessario avere una sfera di diametro pari a circa 16,8 nm, ovvero un volume di 5*105 molecole. In questa maniera potremo considerare il comportamento del volume come quello di un volume d'acqua pura. E' generalmente accettato il fatto che le proprietà fisico-chimiche del liquido puro non esibiscono anomalie termiche, poiché variano lentamente con la temperatura. E' perciò interessante notare come invece l'acqua associata all'interfaccia mostri tali anomalie. Per esempio la tensione superficiale dell'acqua nei capillari mostra un'inflessione nelle sue variazioni di temperatura intorno ai 15 °C. E' stata poi osservata un'anomalia intorno ai 31 °C tramite misure effettuate con risonanza magnetica (N.M.R.) per quanto riguarda i tempi di rilassamento dell'acqua in sospensioni colloidali. E' ragionevole pensare che queste anomalie termiche siano il risultato dei cambiamenti nella struttura dell'acqua determinati dalle influenze delle interfacce, e che queste nuove strutture non assomiglino a quelle della normale acqua. Anomalie termiche sono poi state riscontrate anche nei materiali biologici, con caratteristiche concordi alle modellizzazioni fatte qui per le soluzioni. Tali effetti della temperatura, osservati ad esempio negli studi sulle reazioni enzimatiche, sulla conduzione ionica delle membrane, o sulla permeabilità dei liposomi, possono essere considerati prove dell'esistenza di acqua strutturata nei sistemi biologici, visto che è per questo tipo di agglomerazione che gli stati strutturali variano, a volte "bruscamente", con la temperatura. Le stime del contenuto di acqua "strutturata" nei sistemi biologici dipendono, però, dalla tecnica fisica impiegata per determinarle e questo ovviamente è un problema. Oggi i dati a disposizione spaziano da valori in volume percentuale per l'acqua strutturata tra ~0%, 20% ed 80%, passando dalle misurazioni all'infrarosso a quelle tramite N.M.R.. Quest'ultima tecnica si ritiene sia un po' più affidabile (ma dà comunque risultati che variano tra il 20% e l'80%). Le misurazioni all'infrarosso infatti sembrerebbero insensibili ai cambiamenti di struttura, a causa della presenza, nello spettro dei sistemi acquosi, di ampie bande d'assorbimento sovrapposte. A tutta queste imprevedibilità si aggiunga che gli effetti dei sali ionici sulle proprietà molecolari dell'acqua non sono indipendenti da quelli delle superfici macromolecolari. Si può immaginare che, in generale, l'acqua alla superficie di una molecola proteica, in un tipico fluido biologico, si troverà anche nella sfera d'influenza di almeno uno ione; l'effetto sarà dunque sempre una combinazione dei due singoli contributi. L'interdipendenza dei potenziali termodinamici dei componenti del sistema può essere rappresentata mediante l'equazione di Gibbs-Duhem, e per il sistema proteina-acqua-sale, l'equazione può essere scritta nella forma:
 
Npdmp + Nwdmw + Nsdms = 0               ( 1.3 )
 
dove N rappresenta il numero di moli di ogni sostanza,m il potenziale chimico termodinamico, ed i pedici si riferiscono alle sostanze8. Il cambiamento della componente salina in una soluzione proteica acquosa, ad esempio, può cambiare mw mediante interazione diretta tra sale ed acqua, attraverso un meccanismo indiretto che coinvolge le proteine ed il sale, o come combinazione di entrambi i processi. Le interazioni tra i sali e le soluzioni proteiche più comuni e, nella pratica, più utili, sono quelle descritte come effetti di salting in e salting out. Se un sale neutro è progressivamente aggiunto ad una soluzione acquosa, si osservano due effetti macroscopici. All'inizio la solubilità delle proteine aumenta (salting in) e quindi, dopo aver raggiunto un massimo, inizia a diminuire di nuovo. L'effetto di "salting in" può essere visto come un'interazione elettrostatica non specifica tra le molecole proteiche, elettricamente cariche, e l'ambiente ionico. Ciò provoca un netto decremento del coefficiente di attività delle proteine, che si riflette in un incremento della solubilità netta9. In prima approssimazione, l'efficacia dei vari elettroliti relativamente all'effetto di salting-in, non dipende dal tipo di ione, ma solo dalla forza ionica. Viceversa l'efficacia nell'indurre l'effetto di salting out dipende fortemente dal tipo di sale. Solfati, fosfati e citrati saranno caratterizzati da alta efficacia molare relativamente al salting out, mentre cloridi ed acetati saranno praticamente inefficaci. Superata la zona iniziale del salting in, la solubilità S delle proteine (g/litro) in un sale avente concentrazione c (moli/litro) è data dalla:
 
LogS = b-Kc               ( 1.4 )
 
dove K è il coefficiente di salting out e è l'ipotetica solubilità della proteina nell'acqua pura, in assenza di salting in. Mentre la solubilità S può variare di molto in funzione del ph, della temperatura e del tipo di proteina, K è praticamente indipendente da tutti questi parametri e dipende praticamente solo dal tipo di sale preso in considerazione. Essenzialmente ci sarà competizione tra tre forze d'organizzazione, che cercano ognuna d'imporre un particolare e diverso tipo d'ordine nell'acqua locale. Le forze dei gruppi non polari, degli ioni e dell'acqua imperturbata. L'azione degli ioni, che tende a destabilizzare la struttura dell'acqua, consiste nel far sì che meno acqua sia disponibile per formare strutture a gabbia intorno ai gruppi non polari proteici, rispetto a quanta non ve ne sia nel reticolo d'acqua imperturbata. Gli induttori di struttura hanno invece la proprietà di allentare il reticolo dell'acqua imperturbata e rendere così disponibile più acqua per l'organizzazione intorno ai gruppi non polari. Questo modello indica che il tipo di riorganizzazione della struttura dell'acqua indotta dagli ioni è irrilevante ai fini della stabilità strutturale, mentre è importante capire l'entità di questa ristrutturazione, l'estensione cioè della riorganizzazione piuttosto che il tipo di meccanismo che sta agendo. Quest'ipotesi trova fondamento negli studi condotti sugli effetti degli ioni che favoriscono o perturbano la struttura dell'acqua, analizzati riguardo la stabilità dei ribonucleidi. Infine, l'esistenza e l'estensione di una forma ordinata d'acqua che differisce da quella dell'acqua normale, può essere dedotta da esperimenti sul congelamento, che hanno lo scopo di rilevare la presenza di cambiamenti di stato intorno agli 0 °C. Misure sulla conducibilità ad 1 MHz per campioni di siero di albumina bovina (BSA10) in forma di polvere pressata, in funzione della temperatura e del contenuto d'acqua sono mostrati in figura 11.
 
Fig.11 - Conducibilita' della BSA con la temperatura
 
Per contenuti d'acqua minori del 28% in peso la conducibilità in alternata dei campioni di BSA non mostrava discontinuità intorno a 0 °C (indicata dalla linea tratteggiata verticale). E questo conferma l'idea che una proporzione considerevole del contenuto d'acqua sia legata alle proteine in modo tale da inibire la sua cristallizzazione in ghiaccio, come si avrebbe per l'acqua normale a 0 °C. Da misure sul punto di fusione dell'acqua solvente per BSA, caseina e collagene, i ricercatori hanno trovato che circa il 50% in peso del contenuto d'acqua non partecipa a nessun cambiamento di stato fino a -70 °C, ed hanno quindi supposto che l'acqua, già a temperatura ambiente, abbia una struttura tipo ghiaccio. Da misure mediante N.M.R. per collageni parzialmente idratati, si è osservato che la mobilità rotazionale11 delle molecole d'acqua semplicemente decresce con la temperatura, di modo che anche a -50 °C le molecole d'acqua mantengono una considerevole libertà di rotazione. Inoltre da misure sull'assorbimento all'infrarosso dell'acqua in campioni di DNA, usando una tecnica che riesce a distinguere chiaramente il ghiaccio dall'acqua liquida, è stato trovato uno strato interno di circa dieci molecole per nucleotide che non riesce a cristallizzare nemmeno se circondato da acqua congelata. Questa guaina interna mostra degli spettri d'allungamento come quelli dell'acqua normale. Si può dunque concludere che l'acqua fortemente legata nei sistemi biomolecolari non ha una struttura tipo ghiaccio, ma dovrebbe più correttamente essere considerata come legata in modo tale da essere incapace di assumere la struttura del ghiaccio senza un considerevole e termodinamicamente sfavorevole re-arrangiamento molecolare.

Note

6 - Poiche' infattila materia è fondamentalemente vuota, ad un aumento modesto della carica dovuto all'acquisizione di un nuovo livello nella tavola periodica, non corrisponde un aumento di massa tale da mantenere i rapporti volume-carica. Da qui la bassa densità di carica di molti "grandi" elementi chimici.
7 - Cioe', ancora una volta, la tensioni determinate dall'occupazione spaziale degli atomi o dei raggrupamenti atomici.
8 - P: protein (proteina); W: water (acqua); S: salt (sale)
9 - Le molecole proteiche, cariche, vengono attirate ed attirano gli ioni dell'ambiente ionico in cui sono poste. Questo le rende meno reattive a livello elettrostatico. Se si considera allora il numero di molecole solvate, si riscontra un aumento.
10 - Acronimo che sta per Bovine Serum Albumine, ovver Siero di Albumina Bovina.
11 - La loro capacità, cioè, di ruotare sul loro asse se immersi in un campo elettrico sinusoidale, ad esempio.
 
 

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