CAP.4  Modello Matematico della Ipertermia Elettromagnetica
 


 
        4.1  Proprietà elettromagnetiche del corpo biologico
        4.2  Modello matematico della ipertermia E.M
        4.3  Determinazione del campo E.M.
            4.3.1  Metodo delle linee di ttrasmissione
            4.3.2  Metodo dei momenti
        4.4  Determinazione del campo termico
            4.4.1  Metodo della linearizzazione dei coefficienti
            4.4.2  Metodo delle tangenti generalizzato
            4.4.3  Problema stazionario unidimensionale
 


4.1 Proprietà Elettromagnetiche del Corpo Biologico

In questa sezione si considera il corpo biologico dal punto di vista delle proprietà elettromagnetiche. Poichè non si conoscono tessuti con proprietà magnetiche intrinseche, risulta m=m0  per ogni  w. La permittività e , invece, nelle frequenze in esame dipende da  w, è cioè del tipo:

La presenza di una parte immaginaria negativa esprime il fatto che la polarizzazione delle cariche del corpo non può considerarsi istantanea, ma avviene con un certo ritardo di fase.
Sovente e" mostra un comportamento risonante, cioè risulta sensibilmente grande solo per un fissato range di frequenze (modello di Debye). Nei materiali di questo tipo, un campo EM provoca una dissipazione di energia con conseguente riscaldamento.
Infatti la seconda equazione di Maxwell assume la forma: da cui si vede che e" da luogo ad un aumento di conducibilità e, quindi, del calore dissipato per effetto Joule. Questo è precisamente il fenomeno utilizzato per l'ipertermia: si irradia la parte interessata con un campo E.M. la cui frequenza è superiore a quella di rilassamento di e .

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4.2 Modello Matematico della Ipertermia  E.M.
 
Si considera un volumetto elementare di tessuto biologico sottoposto ad un campo E.M. : si vogliono fornire delle equazioni differenziali che permettono di calcolare il  Campo Termico
T ( r, t )  in funzione del campo E.M. Infatti, quest'ultimo si può variare a piacere agendo sull'applicatore.
Due ipotesi fondamentali sono: Ora, poichè si vuole operare a T costante ed assumendo di essere, dal punto di vista elettromagnetico, a regime, si può scrivere dalla (3) : e quindi la potenza dissipata per unità di volume è costante nel tempo e pari a: ove * indica il complesso coniugato.
Quindi, per determinare la potenza deposta nell'unità di volume del tessuto, è necessario calcolare il campo EM nel tessuto: il paragrafo successivo descrive alcuni metodi per risolvere questo problema.

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4.3 Determinazione del Campo EM

Dato un campo incidente, si vuole calcolare il campo all'interno del tessuto, e quindi la potenza E.M. deposta in esso. Di fondamentale importanza è conoscere la permittività e in ogni punto del tessuto: spesso, però, essa è conosciuta con approssimazione del 10% e ciò crea problemi di precisione.
Il primo di questi metodi è basato sulla condizione molto restrittiva di geometria planare (sorgente lontana), mentre il secondo è applicabile a casi molto più generici.

4.3.1 Metodo delle Linee di Trasmissione

In prima approssimazione si considera il campo incidente piano ed il corpo del paziente a strati planari: tutto ciò è abbastanza vero se la sorgente è lontana,cioè se la distanza tra di essa ed il corpo è maggiore delle dimensioni caratteristiche del corpo stesso.
Con tali ipotesi ci si trova in una geometria planare e si applica il metodo delle linee di trasmissione:

Fig.9
 
Si considera (con la terminologia delle linee di trasmissione ) E come una "tensione incidente" e H come una "corrente incidente": ove le costanti secondarie della linea valgono:  K2 = w2mec h2 = m/ec ec = e + s/jw .
Definendo un sistema di coordinate locali  x = x - xi-1  si ottiene: Data la impedenza che è funzione del coefficente di riflessione Risulta Nella situazione ipotizzata  Z(x2) = h3      (impedenza caratteristica del muscolo)
e quindi dalla (12) perciò dalla (11) ove D2 è lo spessore del grasso e di conseguenza Iterando si ricava qv(x0) e, conoscendo la onda incidente, si può determinare quella riflessa e quindi il campo in tutto il tessuto.
Questo risultato è stato raggiunto introducendo delle ipotesi piuttosto restrittive: in realtà, spesso non si può considerare la geometria come planare. Il paragrafo successivo descrive un metodo di soluzione che tiene conto della geometria irregolare della sorgente e del corpo umano.

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4.3.2 Metodo dei Momenti

Si considera una onda incidente generica, proveniente da una sorgente di volume VS, ed un corpo biologico di volume V e delimitato da una superficie chiusa S ( figura 10 ).
                                                 .

Fig. 10
 
Se si assume ovunque m=m0, le equazioni di Maxwell si scrivono: ove "i" sta per impresso, cioè dovuto esclusivamente alla sorgente.
Il campo impresso è quello che ci sarebbe se non ci fosse il corpo, cioè: Introducendo ora E = E i + E s ed H = H i + H s ove "s" vuoldire scatterato, cioè diffratto dal corpo, si nota che il campo totale è stato diviso in 2 parti: un contributo è dovuto alla sorgente, l'altro alla presenza del corpo. Sottraendo membro a membro i 2 sistemi si ha: dove J eq = jw(ec-e0)E 0 è la corrente impressa equivalente. Con qualche passaggio si ottiene dove G è la funzione di Green per lo spazio libero: Esistono varie tecniche di risoluzione dell'equazione integrale. Una tecnica numerica consiste nel dividere il corpo di volume V in N volumetti omogenei nei quali si assumono E E i ed e costanti;
si ottiene un sistema lineare di 3N equazioni in 3N incognite che lega E ed E i , l'equazione integrale può essere allora trasformata in un'equazione matriciale :

é Gxx     Gxy     Gxz     ù     é Ex     ù          é   Eix    ù 
ê Gyx     Gyy     Gyz     ú   *   ê Ey     ú  =      ê   Eiy    ú      cioè:  G * E = Ei
ë Gzx     Gzy     Gzz     û     ë Ez     û          ë   Eiz    û

ove E ed E i sono vettori di 3N elementi. Risolvendo:   E = G-1 * E i
L'unica ipotesi fatta è che il corpo sia suddivisibile in volumetti omogenei. Affinchè sia possibile considerare E ed E i costanti nel volumetto, esso deve avere dimensioni D<<l, ove l è la lunghezza d'onda della radiazione E.M. nel materiale biologico. Questo metodo, però, richiede di immagazzinare nella memoria del computer una matrice G le cui dimensioni (3N*3N) diventano presto proibitive al crescere del numero dei volumetti. Si sono allora messe a punto altre tecniche numeriche basate sull'algoritmo FFT che sfruttano la natura convolutoria dell'integrale di Green.


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