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4.4 Determinazione del Campo Termico
Una volta determinato il campo E.M. e quindi la potenza da esso dissipata,
è di interesse fondamentale determinare il campo termico. A tale
scopo, si considerano i diversi flussi termici per unità di volume.
Wb è la quantità
di sangue che fluisce in un secondo nell'unità di volume del tessuto.
Poichè l' ipertermia a microonde si utilizza per riscaldare solo
una piccola parte del corpo, non si hanno fenomeni di termoregolazione
globale , si ha invece che il flusso sanguigno locale cresce con variazioni
positive della temperatura. A causa di questo fenomeno termoregolatorio,
Wb è funzione di (T-Tb),
ove Tb è la temperatura del
sangue, che si assume essere quella di riferimento per il sistema termoregolatore
(@37°C). Sperimentalmente risulta
Wb( T ) =
W0 e b
(T-Tb )
(25)
Mentre il calore rimosso dal sangue che fluisce nel tessuto, per unità
di volume:
Wb ( T ) *
(T-Tb) * rbCb
(26)
rb è
la densità di massa del sangue, Cb
il calore specifico.
Il calore rimosso dal sangue che fluisce in un grosso vaso eventualmente
presente nel volumetto:
dove u b è la velocità
del sangue nel vaso. In questa trattazione si trascura questo termine,
in quanto l'ipertermia a microonde è usata solo per tumori a piccola
profondità, cioè in zone in cui sono presenti solo capillari
e non grossi vasi sanguigni.
Il calore scambiato per conduttività termica interna vale:
La conducibilità K risulta funzione di T, in
quanto somma della K dei tessuti (invariante con T) e della
K 'Conduttività di perfusione', dovuta al sangue
presente nel volumetto in esame, che si assume proporzionale a Wb(T).
Risulta dunque:
K = Km
+ K0 eb
(T-Tb)
(29)
Qm è il calore prodotto per
metabolismo,che si assume costante nel tempo per un dato tipo di tessuto
perchè il trattamento è locale (non interviene il sistema
termoregolatore). Qem è il
calore dissipato nel volumetto dal campo E.M., cioè
Qem = (s
+ weoe")
* 0.5 * | E
|2
(30)
Scrivendo il bilancio di tutti questi flussi, si ottiene la cosìdetta
'bio-heat equation':
rc dT/dt = Ñ(KÑT)
+ Qm+ Qem
- rbcb
[ Wb *
(T -Tb)
+ u b ÑT
(31)
Il termine a primo membro rappresenta la quantità totale di calore
scambiato dal tessuto con l'esterno, misurata tramite la variazione di
temperatura;
r = densità di massa del tessuto;
c = calore specifico.
La bio-heat equation è una equazione differenziale a
coefficenti non costanti; per risolverla si possono usare metodi numerici
alle differenze finite, nel qual caso i coefficenti variabili non creano
alcun problema (basta aggiornare i valori ad ogni step), oppure si possono
introdurre delle approssimazioni per arrivare ad un risultato in forma
chiusa. Il risultato in forma chiusa, più comodo da maneggiare rispetto
ad una tabella, è di grande aiuto nella fase di progettazione delle
apparecchiature, che devono avere caratteristiche 'medie', adatte ad un
paziente generico. Se però si vuole calcolare il campo all'interno
del corpo di un paziente, che può avere caratteristiche somatiche
sensibilmente differenti dalla media, è meglio affidarsi a tecniche
numeriche.
Per risolvere la bio-heat equation sono in ogni caso necessarie
una condizione iniziale:
T( r ,t) (nota ovunque per t = 0), e una al
contorno, cioè sulla superficie che racchiude il volume in esame:
ove h è il coefficiente di convezione (conduttività
superficiale) e Te è la temperatura
esterna, che non è i soliti 300K in quanto, per evitare danni ai
tessuti sani, si applicano sulla pelle buste di plastica ripiene di ghiaccio;
d/dn è la derivata secondo la normale uscente alla superficie.
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4.4.1Metodo della Linearizzazione
dei Coefficenti
Questo metodo permette di risolvere in forma chiusa la bio-heat equation,
introducendo però la approssimazione che Wb
(e quindi K) sia costante rispetto a T. Questa ipotesi non
è molto realistica, in quanto il flusso sanguigno dipende esponenzialmente,
e quindi fortemente, da T.
Ciò non di meno si ottiene il sistema:
ìrc
dT/dt = Ñ(KÑT)
+ Qm + Qem
- rbcbWb*(T-Tb)
(32)
ídT/dn
+ H(T-Te) =
0 su S, con H=h/K
(33)
îT =
Tin per
t=0
Ora, si costruisce un opportuno problema agli autovalori, per poi poter
esprimere la T come combinazione lineare di autofunzioni
ì(-ÑKÑ
+ rbcbWb)j
=rclj
in V
(34)
í
îdj/dn+Hj=0
su S
(35)
Supponendo di avere autovalori semplici e autofunzioni reali, con la prescelta
condizione al contorno, si può dimostrare che:
òV
rCjijj
dV = 0
se i ¹ j
(36)
e allora si possono normalizzare le autofunzioni in modo che sia
cioè si ottiene un sistema di funzioni ortonormali.
Partendo dalla identità
Ñ(jA)
= (Ñj) A + jÑA
(38)
Si sostituisce prima j con ji
e A con KÑjj
, poi j con jj
e A con KÑji.
Sottraendo m.a.m. si ottiene:
Ñ[ji(
KÑjj)
- jj(KÑji)]
= jiÑ(KÑjj)
- jjÑ(KÑji)
(39)
Il primo membro della (39) integrato su V, per il teorema della
divergenza unitamente alle condizioni al contorno risulta nullo:
òS(fiK
dfi/dn
- fjKdfj/dn
) dS = òS(-fiKHfj
+ fjKHfi)
dS=0 (40)
Integrando su V ambo i membri del problema agli autovalori e sottraendo
m.a.m, si ottiene la tesi.
Posto
T( r ,t ) = Si
qi(t)
fi( r
)
(41)
si esprime la temperatura come combinazione lineare di autofunzioni. Le
f soddisfano ad una condizione al contorno omogenea,
mentre T soddisfa ad una condizione al contorno non omogenea in
cui compare la temperatura esterna Te:
pertanto, la (41) non converge sulla superficie del contorno, cioè,
in termini matematici, non converge uniformemente, quindi è integrabile
ma non derivabile termine a termine rispetto alle coordinate spaziali e
derivabile rispetto al tempo.
Usando la (41) nella bio-heat equation si ha:
rC Si(dqi/dt)
fi =
Ñ(KÑT)
+ Qm + Qem
- rbCbWb
Siqifi
+ rbCbWbTb
(42)
Moltiplicando per fj
e integrando su V:
Si
dqi/dt
òV
rCfi
fjdV
=
òVÑ(KÑT)fjdV
- Siqi
òV
rbCbWbqiqj
dV + òV
rbCbWbTbfjdV
+
òV(Qm+Qem)
fjdV
(43)
Poichè la T non è derivabile termine a termine rispetto
alle coordinate spaziali, si cerca di trovare un artificio per far scomparire
le derivate spaziali di T.
Usando la (39) con fj
e ÑT si ha:
fj
Ñ(KÑT)
= TÑ(KÑfj)
- Ñ [T (KÑfj)
- fj(KÑT)]
(44)
Integrando su V, usando il teorema della divergenza e sostituendo nella
(43), si può scrivere
dfj/dt
= -ljqj+
Fj (t)
(45)
in cui la Fj(t) dipende da
t esclusivamente tramite Qem .Risulta
infatti
Fj(t) = òV(Qm
+ Qem+rbCbWbTb)fjdV
+ òSKHTefj
dS
(46)
Per risolvere questa equazione si definisce
da cui
dY/dt = elj
t [dfj/dt
+ ljqj]
= elj t Fj(t)
Þ
(48)
Y(t) = òto
elj t1
Fj(t1)dt1
+ Cj
Þ
(49)
qj(t)
= e-lj t Y(t)
= òto
e-lj
(t-t1) Fj(t1)dt1
+ Cj e-lj
t
(50)
La costante Cj si ricava dalla condizione inziale
T( r ,t=0) = Sj
qj(0)
fj( r
) Þ
Cj = qj(0)
= òV
rC T( r ,0) fjdV
(51)
Se si suppone che sia Qem(t)
= cost. Þ Fj(t)
= Fj= cost. , cioè considerando
che all'inizio del transitorio termico il campo EM sia a regime, il che
si è già detto essere realistico:
qj(t)
= (Fj/ lj)
(1- e-lj t
) + qj(0)
e-lj t
(52)
A questo punto, poichè si conoscono le f,
le l e le q,
si può determinare la T( r ,t) direttamente tramite
la (41). A regime, quando è terminato anche il transitorio
termico, è
Di solito il transitorio termico dura alcuni secondi e ciò convalida
la ipotesi Qem(t) = cost.,
in quanto il transitorio E.M. dura al massimo qualche microsecondo.
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4.4.2 Metodo delle Tangenti Generalizzato
Il metodo delle tangenti o di Newton permette di calcolare lo zero di
una F(x), supposta continua e derivabile infinite volte, tramite
iterazioni successive ripartendo ad ogni step dall'intersezione tra l'asse
X e la tangente alla F(x) nel punto precedente.
Si parte da F(x0)¹0
e si determina x1 tale che
F(x0)+F'(x0)
(x1-x0)
= 0
(54)
e se F(x1)¹0
si calcola x2 tale che
F(x1)+F'(x1)
(x2-x1)
= 0
(55)
e così via.Formalmente
xn+1 = xn
+ xn
(56)
xn
= -F(xn) /F'(xn)
(57)
Le iterazioni si arrestano quando
(xn - xn-1)
/ xn-1 <e
(58)
ove e è una tolleranza prefissata.
Analogamente, per un operatore Q si cerca uno zero-funzione T(..)
tale che Q( T ) = 0.
Tn+1 ( r ,t) = Tn(
r ,t) + qn(
r ,t)
(59)
con
Q'(Tn)qn
+ Q(Tn) = 0
Þ
(60)
Q'(T) = lim q
®0[Q(T + q) - Q(T)]
/ q
Þ
(61)
Q(T) = rC dT/dt - Ñ(KÑT)
- Qm - Qem
+ rbCbWb(T)
* (T - Tb)
(62)
Considerando valori di K e di Wb
relativi alla temperatura Tm che
è la media di T( r ) sul corpo
= K (Tm)
e Wbm =
Wb(Tm)
Si nota qui il miglioramento rispetto al primo metodo: anzichè considerare
K e Wb costanti, si aggiorna
il loro valor medio ad ogni iterazione. Risulta:
Q(T + q) = rC
dT/dt + rC dq/dt
- Ñ[Km (ÑT
+ Ñq) ] +
rbCb
[ Wbm (T
+ q-Tb) ] - Qem
- Qm
Þ
(63)
Q(T + q) - Q(T) = rC
dq/dtC - Ñ(Km
Ñq) + rbCbWbm
q = Q'(T) q
(64)
A questo punto, per la (60) si ottiene l'equazione:
rC dqn/dt
- Ñ(Km Ñqn)
+ rbCbWbm
qn
+Q(Tn) = 0
(65)
simile a quella del problema lineare e quindi risolvibile nello stesso
modo. Il miglioramento è la possibilità di modificare ad
ogni iterazione, cioè ad ogni nuova Tn,
i valori "medi" Km e Wbm
. Si ha allora bisogno di una condizione al contorno e di una iniziale
per qn
.
Le condizioni al contorno per Tn +
qn e per
Tn sono:
ìd(Tn
+ qn)
/dn + H(Tn + qn-Te)
= 0 sulla superficie di S
í
îdTn/dn
+ H(Tn -Te)
= 0
sulla superficie di S
Sottraendo membro a membro si ricava:
dqn/dn
+Hqn =
0
sulla superficie di S
Inoltre per t = 0, la condizione iniziale risulta:
Tn + qn
= Tin e
Tn
= Tin
Þ qn(t
=0) = 0
Si risolve con metodo iterativo finchè q
non è molto piccolo.
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4.4.3 Problema stazionario unidimensionale
Come è stato fatto per il problema E.M. usando il metodo della
linea di trasmissione, così è possibile procedere per il
problema termico: si ipotizza di essere in geometria unidimensionale, cioè
che T vari solo lungo l'asse X. Inoltre, si considera il
campo termico a regime.
La bio-heat equation diventa:
0 = d (K dT/dx) /dx + Qm
+ Qem- rbCbWb(T)
* (T - Tb)
(66)
con le condizioni al contorno
dT/dx = He(T -
Te)
per x = x0
dT/dx = -Hc(T
- Tc)
per x = xn
Si potrebbe usare un metodo numerico di integrazione al passo, che calcola
la funzione a partire da x0 conoscendo
i valori in x0 di T e della
sua derivata prima: le condizioni al contorno usate, però, sono
formulate in maniera diversa. Si adotta allora un metodo di puntamento,
simile a quello usato in artiglieria. Sviluppando la bio-heat equation
stazionaria unidimensionale si ottiene:
d2T/dx2=
-1/K [dK/dT (dT/dx)]2
+ Qm + Qem
- rbCbWb(T
- Tb)
(67)
Assumendo come valore di tentativo T(x0)
= Tp si pone
T'(x0) = He(Tp
- Te)
(68)
e si esegue un'integrazione al passo; una volta giunti ad xn,
si calcola l'errore sulla condizione al contorno:
T - Tc = - (1/Hc)
dT/dx Þ
(69)
T = - (1/Hc) dT/dx
+ Tc
Þ
(70)
E (Tp) = T + (1/Hc)
dT/dx - Tc
(71)
Si riparte con un nuovo valore di Tp
e si calcola il nuovo errore. Da ora in poi, ogni nuovo Tp
viene calcolato applicando il metodo delle secanti all'equazione E (Tp)
= 0 :
Tp3 è
la intersezione con l'asse Tp della
retta che unisce i punti
(Tp1
, E (Tp1))
e (Tp2
, E (Tp2))
(72)
Fig.11
Il processo si arresta quando E (Tp)
è sufficientemente piccolo: la funzione T(x) è quella
tabulata durante l'ultima iterazione. L'ipotesi di problema stazionario
unidimensionale è spesso adottata perchè non richiede di
eseguire calcoli troppo complicati.
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